IL DIAVOLO e i DEMONI
Il nome "Diavolo" deriva dal greco e significa letteralmente diffamatore o "accusatore".
Nel Cristianesimo, Dio e il Diavolo sono di solito ritratti come spiriti non uguali che combattono per le anime degli esseri umani, con il secondo che cerca di allontanarle dal primo e di portarle all'inferno.
Il diavolo è altresì a capo di una forza di spiriti malvagi a lui subalterni, noti solitamente con il nome di demoni.
Il termine demoni significa spiriti maligni provenienti dalle tenebre che hanno come missione di eccitare l’uomo a scegliere il male.
Anche il diavolo ha posto accanto ad ognuno di noi un demonio, scimmiottando Dio, il nostro diavolo custode, che ha il compito di sviarci giornalmente e di fare travisare le nostre buone intenzioni.
Come l’angelo custode anche il diavolo custode è messaggero delle nostre cattiverie e va a cercare i diavoli custodi dei nostri amici, parenti e conoscenti, in modo da costituire una legione maligna, in grado di sedurre anche le anime buone.
Infatti, come dice il Signore: "dove due di voi siete in preghiera ci sono anch’io con voi", allo stesso modo, il Diavolo imitando Dio, è presente dove ci sono due di noi in peccato.
In questa lotta tra il bene ed il male noi esseri umani abbiamo sempre la libertà di scelta, nel senso che siamo noi che chiamiamo o inviamo agli altri il nostro angelo custode o il nostro diavolo custode come messaggeri delle nostre conclusioni.
Siamo noi che siamo partecipi della salvezza o della perdizione dei nostri cari e spesso li facciamo cadere a causa della nostra indolenza o perché abbiamo vergogna a mostrarci quali siamo nel profondo:
Il diavolo è altresì a capo di una forza di spiriti malvagi a lui subalterni, noti solitamente con il nome di demoni.
Il termine demoni significa spiriti maligni provenienti dalle tenebre che hanno come missione di eccitare l’uomo a scegliere il male.
Anche il diavolo ha posto accanto ad ognuno di noi un demonio, scimmiottando Dio, il nostro diavolo custode, che ha il compito di sviarci giornalmente e di fare travisare le nostre buone intenzioni.
Come l’angelo custode anche il diavolo custode è messaggero delle nostre cattiverie e va a cercare i diavoli custodi dei nostri amici, parenti e conoscenti, in modo da costituire una legione maligna, in grado di sedurre anche le anime buone.
Infatti, come dice il Signore: "dove due di voi siete in preghiera ci sono anch’io con voi", allo stesso modo, il Diavolo imitando Dio, è presente dove ci sono due di noi in peccato.
In questa lotta tra il bene ed il male noi esseri umani abbiamo sempre la libertà di scelta, nel senso che siamo noi che chiamiamo o inviamo agli altri il nostro angelo custode o il nostro diavolo custode come messaggeri delle nostre conclusioni.
Siamo noi che siamo partecipi della salvezza o della perdizione dei nostri cari e spesso li facciamo cadere a causa della nostra indolenza o perché abbiamo vergogna a mostrarci quali siamo nel profondo:
figli di Dio creatore, figli della Beata Vergine Maria e fratelli di Gesù Cristo, nostro Salvatore.
L'opera del diavolo, in genere, si manifesta con una varietà di effetti visibili o percepibili:
L'opera del diavolo, in genere, si manifesta con una varietà di effetti visibili o percepibili:
disturbi esterni,
possessione diabolica,
vessazioni diaboliche,
ossessioni diaboliche e
infestazioni diaboliche.
Analizziamole brevemente:
1) Disturbi esterni:
Sono quelle sofferenze fisiche che ad esempio ritroviamo con una certa frequenza nella vita di determinati Santi come Santa Gemma Galgani e S. Padre Pio da Pietrelcina; parliamo di battiture, percosse, cadute di oggetti... ecc...
Sono quelle sofferenze fisiche che ad esempio ritroviamo con una certa frequenza nella vita di determinati Santi come Santa Gemma Galgani e S. Padre Pio da Pietrelcina; parliamo di battiture, percosse, cadute di oggetti... ecc...
In questi casi, in pratica, il demonio agisce rimanendo all'esterno della persona.
2) Possessioni diaboliche:
Questa è di certo la forma più grave nella quale si possa espletare l'azione straordinaria del demonio.
Comporta la permanenza continua del demonio in un corpo umano, pur essendo la manifestazione malefica dello stesso limitata a determinati momenti di "crisi".
In questo caso non è detto che i disturbi dovuti alla possessione siano continui:
infatti il posseduto perde il controllo di sé solamente durante quelle che potremmo definire delle "crisi" da possessione, nelle quali il Male (il demonio) agisce per mezzo del pieno controllo del corpo, delle capacità intellettive, mentali ed affettive, nonché volitive della persona posseduta.
Le manifestazioni di tutto ciò possono essere le più disparate: il posseduto può parlare lingue a lui sconosciute, può parlare al contrario, può rimettere dalla bocca oggetti impensabili all'interno del corpo umano, può manifestare una forza spropositata, un'avversione al sacro... e via dicendo.
3) Vessazioni diaboliche:
in questo caso si hanno forme di disturbi saltuari, che possono colpire il singolo o interi gruppi di persone.
Le tipologie di disturbi sono le più svariate: si va dai disturbi dell'umore (arrabbiature improvvise ed immotivate..) a quelli degli affetti, nei rapporti con gli altri o, a volte, anche della salute.
4) Ossessioni diaboliche:
In questo caso si ha a che fare con pensieri ossessivi.
La vittima è perseguitata da pensieri ricorrenti ed anche assurdi dei quali non è capace di liberarsi:
tutto ciò determina un continuo stato di avvilimento, che può portare anche alla tentazione del suicidio.
A differenza della possessione la volontà resta libera, pur essendo schiava di pensieri ossessivi.
5) Infestazioni diaboliche:
qui entriamo nel discorso dei mali malefici sull'uomo, sulle cose o anche sugli animali.
6) Soggezioni diaboliche:
facendo riferimento al libro di padre G. Amorth "Nuovi racconti di un esorcista", riportiamo anche la categoria delle soggezioni diaboliche:
"con questo termine si vuole intendere il caso in cui una persona sia assoggetta al potere del diavolo in maniera volontaria, con un patto esplicito o implicito, sottomettendosi alla signoria dello stesso".
Nella possessione straordinaria, dunque, possiamo dire che figurano tutte quelle persone che realmente e fisicamente sono possedute dal demonio:
o per loro scelta o a causa di fatture o di consacrazione al diavolo, ad esempio, da parte di genitori appartenenti a sette sataniche.
Nel diavolo è molto evidente l’imitazione che riproduce con maggiore frequenza ed è quella della capacità d’amare, del bisogno essenziale di ogni creatura d’amare cercando, in tal modo, di entrare nei cuori degli ingenui e dei creduloni, spalancando l’anima a mille promesse e poi quando ha ceduto la scaraventa in un abisso senza fondo.
C'è un modo falsificato e bugiardo di imitare la capacità d'amare di Dio che è quello di copiarla, di far finta cioè di imitarla per sedurre, per trarre in inganno, per convertire al male.
Disse in proposito - costretto a verità - il diavolo al santo Curato d’Ars:
«Io in tutto ti potrei imitare tranne che nell'umiltà».
Il diavolo cerca di presentarsi come signore e dio facendo il verso al vero Dio:
in questo senso è ben detto quando si dice che egli è scimmia di Dio, in quanto, sapendo di fare il male, vuole dare ad intendere di fare il bene.
Non si accontenta infatti di essere malvagio ma si vuole anche far passare per buono, e, con la sua falsa virtù, fa sì che l'uomo non si fidi più nemmeno di quella vera.
Amore deriva dal latino a- mors che significa senza morte, cioè alla persona che ami auguri di vivere una vita eterna.
Il Signore promette la vita eterna e il diavolo promette la dannazione eterna, quindi entrambi promettono una vita oltre la morte, il primo la salvezza il secondo la condanna.
E tale modo ipocrita di agire è tanto più malefico e distruttivo quanto più elevato è il livello dell'essere creato, e cioè la capacità donata da Dio alla creatura, di comprendere quella parte della Verità che può comprendere e quindi fare.
Ora, questa potenza delle creature di comprendere e realizzare liberamente la verità raggiungeva il massimo grado negli angeli.
Costoro, pur conoscendo la verità, non la fecero, rifiutando lo Spirito Santo per sostituirsi al vero Dio nei confronti dell'umanità, che era stata originariamente creata loro inferiore.
Ecco perché, nei confronti di questi angeli, divenuti demoni, non ci poté essere prova di appello per il loro peccato:
la loro capacità di comprendere la verità, e quindi la loro libertà di farla o di non farla prediligendo la menzogna, era imperdonabile.
Furono tali creature perciò che, per impedire l'incarnazione e con essa la salvezza del genere umano in Dio, che avrebbe reso il genere umano superiore a quello angelico, indussero l’uomo (Adamo ed Eva) a peccare come loro, al fine ultimo di sottrarlo a Dio e sottoporlo al loro potere ormai eternamente fuori di Dio.
E furono essi stessi poi - ponendosi come déi dell'umanità al posto del vero Dio - a determinare la confusione politeistica delle religioni pagane che per un numero incalcolabile di millenni fino a Cristo, soggiogarono l'umanità ritardandone la redenzione.
Soltanto per i meriti di Cristo, infatti, essi furono sbalzati dal loro Olimpo: nell'aldilà, con la "discesa agli inferi" del Salvatore, ed in questo mondo, con la diffusione del cristianesimo.
Imitare la capacità egoistica di amare di satana significò perciò per Adamo ed Eva vivere sempre più per sé stessi e sempre meno per Dio e per gli altri, tenendo presente che lo Spirito Santo pone, nella gerarchia delle priorità, la Volontà di Dio al primo posto.
Sant'Ambrogio dice: «Non ti è vietato di amare i tuoi genitori, ma ti è vietato di preferirli a Dio:
gli affetti naturali sono un beneficio del Signore, e nessuno deve amare il beneficio più di Dio stesso che ce l’ ha concesso».
E poiché la logica d’amore che distingue lo spirito diabolico da quella di Dio, è una logica capovolta, si può dire che Adamo ed Eva usarono la loro superiore potenza preternaturale non per servire loro la Creazione, ma per asservire la Creazione a loro.
Essi passando da una capacità di amare universale, ad una capacità d'amare egoistica volta al possesso delle cose e delle persone, al piacere, al sesso, alla prostituzione, alla violenza del potere, alla prevaricazione di diritti inviolabili fino alla codifica dell’aborto, del divorzio e dell’eutanasia, come traguardi di libertà da raggiungere ad ogni costo.
Si capisce allora come lo scenario armonico del paradiso terrestre, si sarebbe sicuramente trasformato in un inferno terrestre, se Dio non fosse, provvidenzialmente intervenuto, anche se, la deviazione dallo Spirito della Vita di Dio nel paradiso terrestre non fu indolore, ma lasciò delle ferite profonde sulla natura umana e su quella dei regni inferiori di esistenza (regno animale, vegetale e fisico-minerale).
Ferite che, tuttora, segnano l'anima umana e che prendono simbolicamente il nome dalla loro causa, e cioè: da quel primo peccato mortale detto originale, mentre invece ne costituiscono, soltanto gli effetti.
Occorre infatti ricordare che, tra questi poteri cosiddetti preternaturali, c'era l'invulnerabilità discendente dall'immortalità anche corporea che, non presente negli altri esseri viventi dei regni inferiori di esistenza, faceva di Adamo ed Eva non più i missionari di Dio nel paradiso terrestre che avrebbero dovuto portare loro stessi, ed il mondo nel Suo Regno, ma, al contrario, i dominatori incontrastati d'un mondo ormai sottoposto per mezzo loro a satana.
E come se ciò non bastasse, vanno ricordati i poteri di scienza infusa e quelli di parola che consentivano naturalmente ad Adamo ed Eva non solo di conoscere senza studio la verità dell'esistenza che il Signore aveva concesso loro di conoscere, ma anche di modificare immediatamente la funzione degli esseri e delle cose.
Giunge a proposito ricordare che Adamo ebbe da Dio il potere di dare il nome agli animali, stabilendone immediatamente la funzione di vita che voleva.
Con il nome, la Creazione avrebbe dovuto completamente ricevere dall'uomo del paradiso terrestre quel senso universale (gli uni verso gli altri) che Dio aveva impresso ad essa fin dalle origini.
Si comprende, allora, quale enorme potenza contraria a Dio, e quindi contraria all'umanità ed al mondo conquistò il diavolo sottomettendo a sé la prima umanità con l'indurla a peccare.
La capacità umana di amare, avendo perduto ogni contatto con la grazia originale (Spirito Santo), condusse Adamo ed Eva ad una condizione esistenziale umanamente irreversibile che si chiama morte (spirituale) eterna e costituisce l'eterna separazione dell'anima dalla sorgente zampillante di Vita nuova che è Dio nella corrispondenza d'amore delle tre divine Persone.
Si tratta dell'incapacità di amare la Verità, pur conoscendola, è la bestemmia contro lo Spirito Santo che è Spirito di Verità che è Amore, il suo rifiuto che determina la scissione umanamente irreversibile da Dio ci apre le porte dell’inferno.
E tutto ciò per l'eternità!
Non bisogna infatti dimenticare che Adamo ed Eva erano due esseri viventi fatti da Dio pienamente simile a Sé e quindi anche immortali nella integrità composta di anima e di corpo.
Se Dio perciò non fosse tempestivamente intervenuto in questa situazione esistenziale determinata dal diavolo che aveva indotto i primi due al peccato originale, i due capostipiti dell'umanità intera sarebbero andati verso il fallimento definitivo dello scopo per il quale furono creati.
Ma la divina misericordia, per fortuna loro e nostra, intervenne prima che la natura umana si fosse in Adamo ed Eva del tutto indiavolata, consolidandosi pienamente in quella incapacità di amare la verità che rende l'anima non più recuperabile a Dio rendendola naturalmente ed eternamente ad immagine e somiglianza di satana.
La lotta dell'uomo con il peccato di tutti i giorni nelle più svariate forme di tentazioni inviategli dal diavolo è la conseguenza che l'uomo paga per la sua disobbedienza.
La tentazione è l'atto di persuadere qualcuno a fare qualcosa di sbagliato.
Tentazioni sono le attività svolte ogni giorno di un cristiano e sono intese come prove per rafforzare la fede di un cristiano non per indebolirla.
Una di queste armi per combattere le tentazioni del demonio è la promessa di Dio di salvarci grazie alla nostra fede in Lui.
Dio ci ha creato e posti sulla terra con uno scopo, con una missione da compiere affidata ad ogni persona per raggiungere la vita eterna.
Alcuni di noi sono stati chiamati ad essere evangelisti, altri pastori e maestri, altri profeti ma tutti chiamati a tessere lodi e ad adorare Dio.
Nel Vangelo Gesù dice: "le mie parole sono spirito e vita".
Questo significa sicuramente che la parola di Dio è una cosa viva e ha il potere di portare cambiamenti sconvolgenti nella nostra vita.
Pertanto, è solo quando si legge la parola di Dio e si realizza nella forma spirituale allora si può stare in piedi contro le tentazioni del demonio.
La comprensione della Parola letta ci darà una resistenza adeguata contro le tentazioni del demonio.
Un’altra difesa contro il diavolo è avere un buon rapporto con lo Spirito Santo che ci permette di godere della sua difesa contro le tentazioni del demonio, in sostanza Egli è il nostro Avvocato di fiducia.
Infine per affrontare le tentazioni del diavolo occorre assiduamente la preghiera e il digiuno che sono le armi più forti in possesso del cristiano per combattere e vincere contro il nemico.
La preghiera è la comunicazione intima tra un cristiano e di Dio, nella quale egli chiede umilmente a Dio di perorare la sua causa di fronte alla tentazione.
Un cristiano che si lancia in una preghiera sincera collega automaticamente lo spirito con Dio e viene portato davanti al trono della grazia.
Dice Matteo: "Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione: lo spirito è pronto, ma la carne è debole.
Il digiuno, d'altra parte, è l'arte di negare il piacere al corpo per un periodo di tempo, in modo da mettere la persona sotto il dominio dello spirito
Occorre chiarire che tutte queste pratiche sono inutili se non stiamo conducendo una vita santa e il diavolo è ancora presente in noi.
Alla fine del nostro cammino terreno dovremmo ripetere come S. Paolo 4:7 : “abbiamo combattuto una buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede, d'ora in poi è prevista per me una corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno: e non solo a me, ma anche a tutti quelli che amano la sua apparizione (2 Timoteo 4: 6-8).