Laici e cristologia: Il sacerdozio universale
«Come chiamiamo tutti cristiani in forza del mistico
crisma, così chiamiamo tutti sacerdoti perché sono membra dell’unico sacerdote»
(S. Agostino, De Civitate Dei, XX, 10).
«Rallegriamoci e ringraziamo: siamo diventati non solo
cristiani, ma Cristo […]. Stupite e gioite: Cristo siamo diventati!» (S.
Agostino, In Ioann. Evang. tract., 21, 8).
La missione del laico: i tria munera Christi: regnum,
sacerdotium, prophetia, esercitati nell’ordine temporale.
«Col nome di
laici si intendono qui tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell’ordine
sacro e dello stato religioso sancito dalla Chiesa, i fedeli, cioè, che, dopo
essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti Popolo di Dio e, a
loro modo, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di
Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione
propria di tutto il popolo cristiano» (Lumen Gentium, 31)
Le due tentazioni:
clericalismo e laicismo.
«In
particolare si possono ricordare due tentazioni alle quali non sempre essi [i
laici] hanno saputo sottrarsi:
la tentazione di riservare un interesse così
forte ai servizi e ai compiti ecclesiali, da giungere spesso a un pratico
disimpegno nelle loro specifiche responsabilità nel mondo professionale,
sociale, economico, culturale e politico, e la tentazione di legittimare
l’indebita separazione tra la fede e la vita, tra l’accoglienza del Vangelo e
l’azione concreta nelle più diverse realtà temporali e terrene» (Christifideles
laici, 2).
Per recuperare una teologia del laicato
autenticamente ”cattolica”, occorre ripartire dalla cristologia
calcedonese, in modo da poter restituire ai laici un’identità fatta a immagine
di Cristo “vero Dio e vero uomo”.
Nella formula di Calcedonia (451), si trova la
famosa dottrina dell’unione ipostatica:
“Noi confessiamo l’unico e uguale
Cristo, il Figlio e Signore, l’unigenito, che esiste in due nature [en dùo
physin] non mischiate e non cambiate, indivise e inseparate [inconfuse -
asynchytos, immutabiliter - àtreptos, indivise - adiàiretos, inseparabiliter
- achòristos].
La differenza delle nature non verrà eliminata
dall’unione, verrà invece conservata la peculiarità [idìotes] di ognuna
delle nature nell’unione di entrambe in una persona o ipostasi”.
I primi due
avverbi si opponevano a Eutiche, gli altri due a Nestorio.
Negli anni ’70 prevale il nestorianesimo ecclesiale:
la separazione-divisione dell’impegno laicale dalla trascendenza.
I movimenti di liberazione, i cristiani per il socialismo, in cui l’impegno
laicale si appiattiva sull’unico versante secolare, e veniva separato dalla
prospettiva religiosa.
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