EUCARESTIA
Che cos'è
l'Eucaristia? Gesù, prima
della sua passione e morte, celebrando la Pasqua con i suoi apostoli disse
loro: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima
della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si
compia nel regno di Dio" […].
Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e
lo diede loro dicendo: "Questo è il mio Corpo che è dato per voi; fate
questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il
calice dicendo: "Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue, che
viene versato per voi".
Sono vari i racconti evangelici che raccolgono
questa verità centrale della nostra fede: San Luca 22,7-20; San Matteo
26,17-29; San Marco 14,12-25; e San Paolo nella Lettera ai Colossesi
11,23-26).Ogni volta che il sacerdote nella Santa Messa recita le parole della
Consacrazione, si realizza il miracolo dell'Eucaristia; quello che prima era
pane e vino, ora, sotto queste apparenze, è il Corpo e il Sangue di Cristo.
Gesù Cristo è presente
nell'eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente, in effetti,
veramente, realmente, sostanzialmente: con il suo Corpo e il suo Sangue, la sua
anima e la sua divinità. Cristo, tutto intero, Dio e uomo, è presente
nell'eucarestia in modo sacramentale, cioè, sotto le specie eucaristiche del
pane e del vino. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1337-1339
Il
Creatore si è prodigato per amore delle sue creature. Nostro Signore Gesù
Cristo, come se non bastassero tutte le altre prove della sua misericordia,
istituisce l'Eucaristia perché possiamo averlo sempre vicino, dal momento che
Egli — per quanto ci è dato di capire — pur non abbisognando di nulla, mosso
dal suo amore, non vuole fare a meno di noi.
Come e quando si produce questa trasformazione? Mediante la
transustanziazione, cioè per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e
nel suo Sangue, Cristo diviene presente in questo sacramento.
Sant'Ambrogio,
parlando della conversione eucaristica, dice: Dobbiamo essere convinti che «non
si tratta dell'elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla
formula della consacrazione, ed è maggiore l'efficacia della consacrazione di
quella della natura, perché, per l'effetto della consacrazione, la stessa
natura viene trasformata».
La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al
momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie
eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in
ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo.(Cfr.
Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, c. 3: DS 1641)Catechismo
della Chiesa cattolica, 1375-1377 ciò che noi non possiamo fare, lo può
fare il Signore. Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto Uomo, non ci lascia un
simbolo, ma la realtà: ci lascia se stesso.
Ritornerà al Padre, e allo stesso
tempo rimarrà con gli uomini. Non ci lascerà solamente un regalo, che ci
richiami alla mente il ricordo di Lui, un'immagine destinata a svanire col
tempo, come la fotografia che ben presto rimane sbiadita, ingiallita e priva di
significato per coloro che non furono protagonisti di quel momento d'affetto.
Sotto le specie del pane e del vino c'è Lui, realmente presente: con il suo
Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità. È Gesù che passa,
833. In che modo Gesù è presente
nell'Eucaristia?
Gesù Cristo realmente presente nell'Eucaristia. Nel
Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è contenuto veramente, realmente,
sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima
e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. «Tale presenza si dice
"reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano
"reali", ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa
Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente».
Sotto le
specie del pane e del vino c'è Lui, realmente presente: col suo Corpo, il
Sangue, l'Anima e la Divinità
San Giovanni nel suo Vangelo
raccoglie altre parole di Gesù: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Chi mangia la mia carne e beve il
mio sangue ha la vita eterna, dimora in me e io in lui (Gv 6, 51.54.56).Il modo
della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone
l'Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa «quasi il coronamento
della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti». Catechismo
della Chiesa cattolica, 1374
L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che
dalla presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa
e per l'umanità. Questo è il sacrificio predetto da Malachia: Dall'oriente
all'occidente grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto
incenso al mio nome e una oblazione pura.
È il sacrificio di Cristo, offerto al
Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: oblazione di valore infinito,
che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non
hanno potuto realizzare. È Gesù che passa, Egli si adatta a tutto,
accetta tutto, si espone a tutto — ai sacrilegi, alle bestemmie, alla fredda
indifferenza di tanti — pur di offrire, anche a un solo uomo, l'occasione di
scoprire i palpiti del suo Cuore ardente, nel suo petto ferito. Omelia
"Sacerdote per l'eternità", 13-IV-19734.
Come si può essere convinti che Dio stesso è presente sotto le specie
del pane e del vino?Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo
e il vero Sangue di Cristo, come dice san Tommaso, "non si può apprendere
coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all'autorità di Dio":
è oltremodo conveniente che Cristo abbia voluto rimanere presente alla sua Chiesa
in questa forma davvero unica.
Poiché stava per lasciare i suoi nel suo aspetto
visibile, ha voluto donarci la sua presenza sacramentale; poiché stava per
offrirsi sulla croce per la nostra salvezza, ha voluto che noi avessimo il
memoriale dell'amore con il quale ci ha amati « sino alla fine » (Gv 13,1),
fino al dono della propria vita. Nella sua presenza eucaristica, infatti, egli
rimane misteriosamente in mezzo a noi come colui che ci ha amati e che ha dato
se stesso per noi, e vi rimane sotto i segni che esprimono e comunicano questo
amore.
Catechismo della Chiesa cattolica, 1378-1380
Catechismo della Chiesa cattolica, 1378-1380
"Ti adoro devotamente, Dio
nascosto, che sotto queste apparenze Ti celi veramente: a te tutto il mio cuore
si abbandona, perché, contemplando Ti, tutto vien meno. La vista, il tatto, il
gusto, in Te si ingannano ma solo con l'udito si crede con sicurezza: credo
tutto ciò che disse il Figlio di Dio, nulla è più vero di questa parola di
verità. Sulla croce era nascosta la sola divinità, ma qui è celata anche
l'umanità: eppure credendo e confessando entrambe, chiedo ciò che domandò il
ladrone penitente .
Non vedo le piaghe, a differenza di Tommaso, tuttavia
riconosco Te come mio Dio. Fammi credere sempre più in Te, che in Te io abbia
speranza, che io Ti ami. Oh memoriale della morte del Signore, Pane vivo, che
dai vita all'uomo, concedi al mio spirito di vivere di Te, e di gustarTi in ciò
sempre e dolcemente.
Oh pio Pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, col
tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni
peccato. Oh Gesù, che velato ora ammiro, prego che avvenga ciò che tanto bramo,
che, contemplando Ti col volto rivelato, a tal visione io sia beato della tua
gloria. Amen." Preghiera di San Tommaso, raccolta nel Catechismo della
Chiesa Cattolica, 1381 È tutta intera la nostra fede ad essere posta in
atto quando crediamo in Gesù e nella sua presenza reale sotto le specie del
pane e del vino.
È Gesù che passa,Signore, io credo fermamente. Grazie
per averci concesso la fede! Credo in te, in questa meraviglia d'amore che è la
tua Presenza Reale sotto le specie eucaristiche, dopo la consacrazione,
sull'altare e nei Tabernacoli dove sei custodito. Credo più che se ti
ascoltassi con le mie orecchie, più che se ti vedessi con i miei occhi, più che
se ti toccassi con le mie mani. San Josemaría, Lettera 28-III-19735. Come si manifesta la fede in Gesù
sacramentato?
Nella liturgia della Messa
esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto le specie del
pane e del vino, tra l'altro, con la genuflessione, o con un profondo inchino
in segno di adorazione verso il Signore. Inoltre la Chiesa cattolica professa
questo culto latreutico al sacramento eucaristico non solo durante la Messa, ma
anche fuori della sua celebrazione, conservando con la massima diligenza le
ostie consacrate, presentandole alla solenne venerazione dei fedeli cristiani,
portandole in processione con gaudio della folla cristiana. La santa riserva
(tabernacolo) era inizialmente destinata a custodire in modo degno l'Eucaristia
perché potesse essere portata agli infermi e agli assenti, al di fuori della
Messa.
Approfondendo la fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, la
Chiesa ha preso coscienza del significato dell'adorazione silenziosa del Signore
presente sotto le specie eucaristiche. Perciò il tabernacolo deve essere
situato in un luogo particolarmente degno della chiesa, e deve essere costruito
in modo da evidenziare e manifestare la verità della presenza reale di Cristo
nel Santissimo Sacramento.Catechismo della Chiesa cattolica, 1378-1379 Contemplare il Mistero Il nostro Dio
ha deciso di rimanere nel tabernacolo per essere nostro alimento, per darci
forza, per divinizzarci, per dare efficacia al nostro lavoro e al nostro
sforzo.È Gesù che passa,151
Fa' la
genuflessione così, adagio, con devozione, ben fatta. E mentre adori Gesù
sacramentato, digli nel tuo cuore: Ti adoro, mio Dio nascosto
Che fretta
hanno tutti ora nel rapporto con Dio! (…) Tu non avere fretta. Non fare invece
di una genuflessione devota, una contorsione del corpo, che è una burla (…).
Fa' la genuflessione così, adagio, con devozione, ben fatta. E mentre adori
Gesù sacramentato, digli nel tuo cuore: Adoro te devote, latens deitas. Ti
adoro, mio Dio nascosto.San Josemaría, appunti di una riunione di famiglia,
ottobre 1972.Come è possibile disprezzare il perpetuo miracolo della presenza
reale di Cristo nel Tabernacolo?
Egli è rimasto perché lo potessimo frequentare
e adorare e perché, come pegno della gloria futura, ci decidessimo a seguire le
sue orme.Il fine soprannaturale della Chiesa, 12 6. Che cos'è la Visita al Santissimo Sacramento?Poiché Cristo
stesso è presente nel Sacramento dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di
adorazione. La visita al Santissimo Sacramento «è prova di gratitudine, segno
di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore».Catechismo della Chiesa
cattolica, 1418.
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